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Il Barone

Il Barone

Published Apr 18, 2024 Updated Apr 18, 2024 Historical
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Il Barone

Nella cupa ed uggiosa mattina gli uomini attendono seduti, con i piedi immersi nel fango, nelle profondità della trincea. Il tempo non sembra passare mai, i giorni si alternano con una lentezza snervante e terribile. Le batterie pesanti francesi sono ben nutrite e tuonano improvvise e terribili livellando il terreno attorno alle profonde trincee, alzando verso il cielo fiumi di fango e fumo, assordando i minuscoli soldati in attesa. Scavare più in profondità è la loro unica difesa. “Oggi non battono ancora” dice una figura completamente coperta di fango, nascosta sotto il suo pesante elmo. “Senti! Senti!” dice un altro alzandosi in piedi e puntando il braccio verso il cielo “Senti ti dico! Arrivano!”. Un vociare rompe il tombale e monotono silenzio della linea del fronte. Gli uomini alzano gli elmetti scrutando il cielo grigio, attenti ad ogni possibile movimento. Un lieve ronzio lontanissimo comincia a farsi sentire e alzando la voce si avvicina sopra di loro. “È una Jadgstaffel!” Una ventina di puntini vengono avvistati nello sfondo delle immense nubi grigie. Si stanno avvicinando, un aereo in punta alla formazione divide dietro di sé il gruppo in due squadriglie. Dall'alto i lunghi solchi scavati nel terreno che si allungano con le loro infinite ramificazioni verso entrambe le estremità dell'orizzonte marrone e grigio sembrano formicai impazziti. I piloti che sorvolano le trincee gettando fugacemente lo sguardo a terra vedono migliaia di fazzoletti al più bianchi agitarsi a salutare i loro magnifici Fokker Dr.I che con audacie arroganza solcano il cielo diretti alla ricerca di nuove prede. Diversi palloni aerostatici francesi e britannici cercano di invadere con lo sguardo i segreti delle zone d’appoggio tedesche e devono essere abbattuti. Il pilota alla testa del gruppo si sporge dalla seduta per scrutare il terreno e ad un suo gesto del braccio un manipolo di aerei alla sua destra rompe la formazione per scagliarsi contro il nemico. Il caposquadriglia guarda come i suoi triplani si dispongono aprendosi a ventaglio davanti a lui. Dopo un periodo di quiete, il pallone più vicino si accende all'improvviso di luce gialla e rossa, perdendo quota placidamente per poi piombare attraverso il nulla per svariati secondi e scomparire nel suolo. Dopo pochi istanti ecco che sullo sfondo della vallata aperta altri palloni fumano, cadendo come il primo. Piccoli lampi si accendono sparsi lungo il terreno dietro le linee nemiche- “Si sono svegliati presto stamattina” – gruppi sparsi di mitraglieri provano a colpire da terra gli aerei in volo, ma ai velivoli ad alta quota danno solo fastidio. Lo sguardo dello Staffelfuhrer torna sui suoi aerei che sembrano raddoppiati di numero e impazziti, tutti impegnati in rocambolesche manovre si inseguono l'un l'altro. Alla vista della scena l'aereo di testa, marchiato con la croce di ferro, scende in picchiata seguito immediatamente dalla seconda squadra, puntando dritto verso il primo gruppo dei suoi aerei intercettato dal nemico. 

Mentre il resto della squadra si lancia nella mischia aerea, il Rittmeister Manfred von Richtofen nutre con un gesto netto della mano le due Maxim 08/15 con due nastri da 200 colpi ciascuno. Il Dreidecker è pronto allo scontro, ma manca la preda giusta. Manfred si mantiene in quota e passa a perimetro la battaglia, alla ricerca di un aereo nemico in difficoltà. Ed eccolo, davanti a lui, un Bloater inglese, un RAF B.E.2 circumnaviga a sua volta lo scontro, lontano da dove infuria la battaglia. Manfred spinge la manetta verso il quadro e i 110 cavalli dell’Oberursel cominciano a nitrire, sputando fumo nero. La fusoliera scricchiola per l’accelerazione improvvisa mentre l’aereo rosso si porta alle spalle della sua preda con una curva parabolica. Manfred si concentra mentre la figura giallastra del Bloater si accomoda al centro della croce di ferro posta sulla punta delle Maxim, trattiene per un istante il respiro e spara. Il fumo di due brevi raffiche si schianta contro i suoi occhiali e dopo qualche istante schegge di legno sfiorano le sue ali. L’aereo che gli stava di fronte sembra ora volare rilassato mentre perde quota placidamente, virando con il muso verso il basso. Manfred vede la testa del pilota che improvvisamente si accascia stanca contro la cloche e l’apparecchio che segue questo suo movimento, roteando a sua volta verso il suolo. In nome del suo impero, un giovane ragazzo ha appena perso la vita, strappatagli da Manfred, in nome del suo impero. Mentre il Barone von Richtofen segue con lo sguardo il velivolo appena sconfitto, dei brevi fischi fendono l’aria sopra di lui. Capisce senza girarsi di avere un aereo nemico in coda. Tira verso di sé la manetta con una mano mentre con l’altra spinge a sinistra la barra di comando. Immediatamente alettoni ed equilibratore scattano agli ordini, facendo voltare il maneggevole aeroplano in una virata stretta. Ha pochi secondi per girare la testa e vedere la rotta del suo avversario, il quale va lungo, scorrendo a pochi metri sopra di lui. Bisogna cogliere l’attimo. Sposta ora la barra verso destra effettuando una seconda virata stretta, e spinge nuovamente la manetta. È l’occasione migliore per togliersi dalla coda quel Sopwith Camel e dare battaglia. Sa che non ci sarà una seconda occasione per farlo. L’altro pilota ha spinto l’aereo marchiato con la foglia d’acero con troppa foga, sorpassando il Fokker e fallendo la sua imboscata. Sarebbe potuta andare molto peggio, ma non è il momento di pensare ai se. Il Camel ha rallentato, e i due apparecchi si trovano in volo l’uno a fianco all’altro. I due piloti si scambiano un breve sguardo e subito trascinano verso il basso i loro apparecchi, effettuano un avvitamento in picchiata speculare. I motori vengono spinti verso il terreno dalla gravità e i due aerei accelerano improvvisamente. I due danzano in cielo, cercandosi l'un l'altro. Le scie di fumo dei motori segnano come inchiostro sullo sfondo delle nubi ormai nere le traiettorie seguite da ognuno. L’avvitamento sta per completarsi e i due stanno per incrociarsi, i piloti alzano il muso dei due velivoli per scambiarsi una breve scarica di colpi che però finisce a vuoto verso il terreno a causa della complessità delle evoluzioni. Ma non è ancora finita. Buttando l’occhio sul quadro Manfred vede che la bussola è impazzita e la lancetta dell’altimetro non sembra essere d’accordo con questa manovra. Ma l’altro continua, e lui non può mollare. Non si tratta solo di colpire l’apparecchio altrui, ma di essere il migliore nel cielo. I due aerei in acrobazia si incrociano scambiandosi reciprocamente piombo per altri due avvitamenti. Sono ormai a tiro efficacie dal terreno, ma da laggiù nessuno spara. Ormai a poche centinaia di metri da terra i due si preparano per l’ultimo avvitamento. L’aereo inglese prova ad anticipare il Dreidecker sfogando la furia delle mitragliatrici Vickers con una lunga raffica, ma Manfred usa il suono degli spari come riferimento, capovolge il Fokker in un controavvitamento e a volo a testa in giù inquadra l’inglese nel mirino, e affondando le dita nel grilletto fa sputare fuoco alle mitragliatrici. I bossoli bollenti vengono proiettati verso terra mentre le Maxim si mangiano i due nastri con voracità ritmata. I due si rraggiungono finalmente per l'ultima volta e si sorpassano, i colpi sparati dalla Vickers si infrangono nelle ali e nella fusoliera del Fokker facendone vibrare la struttura. Manfred deve completare l’avvitamento orizzontale e riprendere quota, non ha tempo per capire altro. Da terra lievi schiocchi cercano di rincorrerlo mentre si alza e vola verso il cielo. le mitragliatrici ora sono un problema serio, deve allontanarsi immediatamente ora che per i soldati a terra è solo un bersaglio colorato. Tornato in quota, si sporge dall’ abitacolo e vede a terra sotto di lui un piccolo fuoco che avvolge quello che era il Sopwith 

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