Il re dei gatti
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Il re dei gatti
Un' ombra dilaga
Fenrir è un gattone nero, con un pelo foltissimo e lunghissimo. Ha dei lunghi baffi neri che si perdono nel nero del manto scuro che lo ricopre completamente. Ha una fortissima coda nera che sembra un piumino. Ha delle zampe grosse per le sue dimensioni, che tra l'altro sono confuse dal pelo lungo e sembra quindi molto più grande di quello che è in realtà. Nonostante l'aspetto minaccioso e regale, è un gattone tranquillo, buono, sereno, e soprattutto coccolone. Gli piace dormire, ed è estremamente viziato. Vuole infatti acqua fresca e pulita ogni giorno, e se non viene accontentato salta dentro al lavandino. Mangia solo un particolare tipo di croccantini e nient'altro, letteralmente. È un bravo gatto. Alla fine, al giorno d'oggi non ci sono più topi da cacciare in città, solo i ratti di fogna. Ma Fenrir non è il tipo da andare in una fogna. Quindi un gatto moderno vive solo per essere viziato, e lo si prende in casa con quell'intenzione. E i gatti davvero viziati sono quelli che non si approfittano di noi perché non ce n’è bisogno, tutto è un loro diritto. Un gatto viziato è libero di fare, di andare, di dormire, di guardare e disturbare come quando vuole. Si tratta di un gatto rilassato che difficilmente trova scuse per lamentarsi e che non ha motivo di graffiare, se non per gioco. Fenrir è così, lui sa che casa mia è la sua tana, e non si sognerebbe mai di sporcarla. Va infatti a fare i suoi bisogni nel giardino dei vicini, che, amanti del giardinaggio, possiedono aiuole di terriccio sempre fresco. Se lo sapessero, andrebbero fuori di testa. Anche loro hanno un gatto, tutto grigio col pelo corto virgola che non lasciano mai uscire di casa. Ci fissa dalla finestra del primo piano, è un tipo molto triste. Fenrir invece entra ed esce di casa attraverso una gattaiola, strumento utilissimo che, per fortuna, nessun altro gatto sembra aver compreso. Il mio gatto ha infatti degli amici che vengono a trovarlo, spesso affamati, che si presentano acquattandosi alle finestre della Camera o davanti alla porta vetro. Io apro la porta e questi entrano a mangiare e bere sotto il costante sguardo di Fenrir, che mal sopporta la mia esagerata benevolenza. Ma io so che l'amicizia di Sakamoto, un gattone longilineo di colore nero, e della gattina tigrata sono essenziali per tenere a bada il temibile gattaccio bianco, da sempre nemesi di Fenrir e di tutti gli altri gatti del quartiere.
“Te lo ripeto, non è con la violenza che cambieremo questo corso d'azione, non è dalla violenza che nasce la pace.” Disse Sakamoto a Fenrir, mentre seduti sul poggiolo in cemento nel giardino si lasciano piacevolmente scaldare dal sole del meriggio invernale.
“Al contrario della pace, basta un singolo cuore corrotto per far dilagare la violenza. E ultimamente troppi cuori si corrompono troppo facilmente. Ci aspetta un futuro incerto, mio caro Sakamoto, l'unica cosa certa è la nube della brutalità che oscurerà il nostro amato sole.” rispose Fenrir. I due non parlarono più, i gatti non hanno bisogno di riempire il loro tempo di parole senza significato, ma apprezzano la pace ed il silenzio. Parlano solo con intento e sincerità. Non c'è bisogno di mentire nel loro mondo, perché ogni anima per loro è come un libro aperto: gli basta studiarlo un po' per comprenderlo affondo. Non c'è differenza tra la meditazione seduti in cima ad un pilastro e la guardia del giardino. Seduto, col naso sottovento, Fenrir l'attende, mentre una leggera brezza gli accarezza il pelo. Il suo orecchio si muove di scatto verso l'origine di un rumore di foglie calpestate dietro di lui. Nient'altro. ”Ma guarda un po' chi è venuto a trovarmi” dice lui ad alta voce, agitando la coda lunga e nera nel vuoto con un movimento ritmico.