Congratulations! Your support has been successfully sent to the author
avatar
Libero arbitrio e Grazia in Sant'Agostino

Libero arbitrio e Grazia in Sant'Agostino

Published May 2, 2023 Updated May 30, 2025 Culture
time 11 min
0
Love
0
Solidarity
0
Wow
thumb 0 comments
lecture 2128 readings
1
reaction

You cannot read any more publications this month without being logged in.


To enjoy unlimited access and take full advantage of new features, log in or create an account by clicking below. It's free! Log in

Libero arbitrio e Grazia in Sant'Agostino

Diverse problematiche possono essere sollevate su questo argomento. Si potrebbe, ad esempio, ipotizzare che il concetto di libero arbitrio sia correlato alla contingenza umana e alla sua necessità di compiere scelte, per poi interrogarsi sull’esistenza, o meno, di tale facoltà in senso assoluto. Tuttavia, questa rappresenta una questione filosofica, e teologica, per eccellenza.


Analizzeremo, in questa sede, sommariamente la questione dal punto di vista di un padre della Chiesa, che lega inscindibilmente l’aspetto filosofico a quello teologico. La posizione di Agostino di Tagaste (354-430), in merito a questo problema, importante e vitale nella tradizione cristiana, fu duplice: in una prima fase, un Agostino appena convertito, battezzato nel 387, nel dialogo De libero Arbitrio (scritto tra il 387 e il 395), contro i Manichei, difese la libertà umana e il non essere del male, idea di origine Stoica, ma chiaramente trattata da Plotino, Enneade I, 8, 3-5, poi, nel mondo cristiano, ad esempio, da Clemente d’Alessandria (150-215), Stromata IV, 13, ed anche da Origene, De Principiis I, 109. In una seconda fase, la più, teoreticamente, matura, Agostino divenne invece il Doctor Gratiae contro le posizioni di Pelagio.


Nel De libero Arbitrio, Agostino afferma che l’uomo e la sua volontà, entrambi provenienti da Dio, sono per natura buoni. La prescienza divina non nega la libertà dell’uomo: egli si trova in una condizione media, capace di volgersi, deliberare, al bene oppure al male. Quest’ultimo consiste nel preferire ciò che è ontologicamente minore nella scala dell’essere (concetto platonico, cfr. Platone, Simposio, 210A – 212A). Al male, quindi, non si attribuisce alcuna realtà, confutando così le dottrine dualistiche manichee [1], che fecero parte della giovinezza di Agostino.


Questa visione della questione è, per così dire, classica, rientrando nella categoria della concezione della libertà come capacità di autodeterminazione implicita nella natura razionale, e non coinvolge né il problema del “peccato originale” né quello del “traducianismo” (la trasmissione del peccato da generazione in generazione), posto, ad esempio, da Tertulliano (De Anima, 22) e ripreso con forza dalla Riforma protestante nel pensiero di Martin Lutero.


Agostino ribalta questa visione nella polemica contro il monaco Pelagio (360-420), il quale sosteneva che l’uomo potesse salvarsi con le proprie forze poiché il peccato originale non aveva completamente annientato l’intrinseca capacità al bene della natura umana [2]. Pelagio, similmente a Clemente d’Alessandria ed Origene, non attribuiva rilevanza al peccato originale. Agostino, al contrario, reagisce ponendo l’accento proprio su questo aspetto.


Di capitale importanza, in questo contesto, è il capitolo 7 della lettera di San Paolo ai Romani, dove l’autore parla drammaticamente del suo conflitto interiore: «16 Ora, se faccio quello che non voglio, io riconosco che la legge è buona; 17 quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. 18 Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c’è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; 19 infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. 20 Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me».


Il conflitto interiore


Il problema del conflitto interiore è affrontato da Agostino anche nei libri VII e XIII delle sue Confessioni. San Paolo evidenzia come, dopo il peccato originale, la volontà non sia più libera: la mera volontà di compiere un’azione non è sufficiente. La volontà si è indebolita, incapace di agire autonomamente a causa della colpa originaria. Nell’uomo coesistono due nature: una che tende al bene e l’altra che lo spinge irreversibilmente al male [3]. Il peccato diventa una sorta di potenza personale che assoggetta l’uomo in modo assoluto (vedi anche Ro 6:13). In altre parole, il peccato determina un’incapacità di deliberare [4] il bene, una privatio boni, di definizione agostiniana, causata dalla prima decisione di Adamo, la cui volontà rimarrà irreversibilmente segnata. Pertanto, per Agostino, l’umanità, isolata da Dio, non sarà altro che una massa damnationis [5].


L’espressione “massa damnationis”, ma anche “massa peccati” o “massa dannata”, individua un concetto che Agostino introduce durante la disputa pelagiana, e non solo, ma anche nel De Civitate Dei. Tale immagine esprime il fatto che l’umanità, a causa del peccato originale, è di per sé dannata senza alcuna possibilità di salvezza (cfr. Rm 3,9-18). Potremmo definirla una sorta di “costante antropologica” in quanto riguarda tutta l’umanità (universa generis humani, afferma Agostino [6]), sia cristiana o meno, incapace di riscattarsi senza un intervento esterno, ossia, nel nostro contesto, la Grazia [7].


Citiamo qui u

This is a Prime publication

To access, subscribe to the Creative Room Saggistica varia by Giorgio Ruffa

Membership benefits:

check

Full access to exclusive content and archives

check

Early access to new content

check

Comment on the author's publications and join the community of subscribers

check

Get a notification for each new publication

Subscribing is a way of supporting an author in the long run

Subscribe to the Creative Room
lecture 2128 readings
thumb 0 comments
1
reaction

You cannot read any more publications this month without being logged in.


To enjoy unlimited access and take full advantage of new features, log in or create an account by clicking below. It's free! Log in

Le bloc commentaire est réservé aux abonnés.

Subscribing is a way of supporting an author in the long run

Subscribe to the Creative Room

You can support your favorite independent writers by donating to them

Prolong your journey in this universe Culture
Couronne
Couronne

Un mot d'un dictionnaire, ma définition, votre sourire, ma joieMarque d'honneur comportée sur u...

Bernard Ducosson
1 min
Et vous ? Pourquoi écrivez-vous ?
Et vous ? Pourquoi écrivez-vous ?

Cette question m’a été posée par mon ancienne petite amie, avec qui je suis toujours ami aujourd’hui. Elle a toujours eu l’a...

Elysio Anemo
1 min
Une année de prépa médecine
Une année de prépa médecine

Voilà un long moment que je n’ai pas refait un petit tour ici. Ai-je grandi depuis ma dernière publication dans cette Creati...

Elysio Anemo
5 min

donate You can support your favorite writers

promo

Download the Panodyssey mobile app