La salute percepita di Maria Teresa Gammone
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La salute percepita di Maria Teresa Gammone
Il Covid-19 ha prodotto una pandemia, una sindemia e un’infodemia; ha suscitato molte sorprese e un ripensamento di varie nozioni sociologiche.
La salute non è una semplice assenza di malattia, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, ma uno stato di completo benessere. La salute rimane dunque da interpretare in ogni contesto, tanto è vero che esistono definizioni molto diverse. La nozione di malattia è oggettiva e misurabile, la definizione di salute è per molti versi soggettiva e incommensurabile.
In questa prospettiva la salute è innanzitutto percezione, più che un insieme di parametri oggettivi, e, come ogni percezione, è espressione di una reazione soggettiva (spesso inadeguata) in contesti differenti. Inoltre, con la metafora sul corpo politico che funziona come il corpo umano, alle origini della cultura occidentale, la salute individuale è impensabile senza connessione con la salute del più ampio corpo politico di appartenenza.
Possiamo infine intendere la percezione individuale della salute, come un insieme di cerchi concentrici. Il cerchio più piccolo riguarda per ognuno la propria individuale corporeità. L’ultimo cerchio riguarda il pianeta: il rapporto tra la nostra salute individuale e la salute del pianeta. Esistono tantissimi cerchi intermedi: la famiglia, l’ambiente di lavoro, la patria, e così via.
Tutti abbiamo più o meno chiaro che la nostra salute dipende anche dalla buona salute dei cerchi di appartenenza. Ma è difficile la valutazione della buona salute di ogni cerchio di appartenenza.
Il volume espone le diverse percezioni della salute, con un ampio commento bibliografico, soprattutto in riferimento all’idea che queste percezioni siano spesso ambigue, parziali, confuse, approssimative, sia sul piano della salute individuale sia sul piano della salute del pianeta (che, secondo molti, è per vari motivi in grave rischio).