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Einstein e la Politica

Einstein e la Politica

Publié le 16 août 2025 Mis à jour le 16 août 2025 Politique
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Einstein e la Politica

𝐼𝑙 𝑟𝑎𝑝𝑝𝑜𝑟𝑡𝑜 𝑡𝑟𝑎 𝑔𝑙𝑖 𝑖𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎𝑛𝑖 𝑒 𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑙𝑖𝑡𝑖𝑐𝑎 𝑒̀ 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑙𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑎𝑙𝑐𝑢𝑛𝑖 𝑎𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑖 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎𝑑𝑑𝑖𝑡𝑡𝑜𝑟𝑖𝑜. 𝑆𝑒𝑐𝑜𝑛𝑑𝑜 𝑢𝑛 𝑖𝑛𝑑𝑎𝑔𝑖𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝐸𝑢𝑟𝑖𝑠𝑝𝑒𝑠 (2025), 𝑔𝑙𝑖 𝑖𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎𝑛𝑖 𝑒𝑠𝑝𝑟𝑖𝑚𝑜𝑛𝑜 𝑝𝑟𝑒𝑜𝑐𝑐𝑢𝑝𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑟𝑖𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑜 𝑎 𝑢𝑛𝑎 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑎 𝑐𝑟𝑖𝑠𝑖 𝑒𝑐𝑜𝑛𝑜𝑚𝑖𝑐𝑎 𝑔𝑙𝑜𝑏𝑎𝑙𝑒, 𝑎𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑙𝑖𝑡𝑡𝑖 𝑖𝑛 𝑐𝑜𝑟𝑠𝑜 𝑒 𝑎𝑔𝑙𝑖 𝑒𝑣𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑐𝑙𝑖𝑚𝑎𝑡𝑖𝑐𝑖 𝑒𝑠𝑡𝑟𝑒𝑚𝑖.


𝑆𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑑𝑖 𝑓𝑟𝑜𝑛𝑡𝑒 𝑎𝑙 𝑏𝑖𝑣𝑖𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑠𝑐𝑒𝑙𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝑓𝑜𝑛𝑑𝑜, 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎𝑙𝑖 𝑒 𝑐𝑜𝑙𝑙𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑒, 𝑐ℎ𝑒 𝑜𝑐𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑖𝑒𝑟𝑒 𝑖𝑛 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑜𝑠𝑡𝑎 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑒 𝑠𝑓𝑖𝑑𝑒 𝑑𝑒𝑡𝑒𝑟𝑚𝑖𝑛𝑎𝑡𝑒 𝑑𝑎𝑖 𝑐𝑎𝑚𝑏𝑖𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖, 𝑠𝑝𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑠𝑜𝑟𝑝𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑒 𝑟𝑎𝑑𝑖𝑐𝑎𝑙𝑖. 𝑄𝑢𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑎𝑓𝑓𝑒𝑟𝑚𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑒̀ 𝑖𝑙 𝑓𝑟𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑢𝑛 𝑒𝑠𝑒𝑟𝑐𝑖𝑧𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑟𝑒𝑡𝑜𝑟𝑖𝑐𝑎, 𝑚𝑎 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎 𝑔𝑖𝑢𝑠𝑡𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑎𝑛𝑎𝑙𝑖𝑠𝑖, 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑣𝑎𝑙𝑢𝑡𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑐𝑒𝑠𝑠𝑖 𝑑𝑖 𝑡𝑟𝑎𝑠𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑎 𝑠𝑜𝑐𝑖𝑒𝑡𝑎̀.


𝑄𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑝𝑒𝑟𝑓𝑖𝑐𝑖𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑣𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑎𝑑 𝑎𝑛𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑛 𝑝𝑟𝑜𝑓𝑜𝑛𝑑𝑖𝑡𝑎̀, 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑑𝑒𝑐𝑖𝑑𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑑𝑖 𝑎𝑙𝑧𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑣𝑒𝑙𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑎𝑝𝑝𝑎𝑟𝑒𝑛𝑧𝑒, 𝑎𝑙𝑙𝑜𝑟𝑎 𝑒𝑚𝑒𝑟𝑔𝑒 𝑖𝑛 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑎 𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑎 𝑔𝑟𝑎𝑣𝑖𝑡𝑎̀ 𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑡𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑟𝑖𝑠𝑖 𝑎𝑡𝑡𝑢𝑎𝑙𝑒, 𝑢𝑛𝑎 𝑐𝑟𝑖𝑠𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑛𝑡𝑎𝑐𝑐𝑎 𝑒 𝑑𝑒𝑝𝑟𝑖𝑚𝑒 𝑖 𝑣𝑎𝑙𝑜𝑟𝑖 𝑒 𝑖 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜𝑟𝑖 𝑓𝑜𝑛𝑑𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑎𝑙𝑖 𝑠𝑢𝑖 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑖 𝑠𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑏𝑎𝑠𝑎𝑡𝑖 𝑒 𝑜𝑟𝑔𝑎𝑛𝑖𝑧𝑧𝑎𝑡𝑖 𝑖 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑖 𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑚𝑖 𝑑𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑣𝑖𝑣𝑒𝑛𝑧𝑎, 𝑖 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑐𝑒𝑠𝑠𝑖 𝑑𝑖 𝑐𝑟𝑒𝑠𝑐𝑖𝑡𝑎 𝑒 𝑑𝑖 𝑠𝑣𝑖𝑙𝑢𝑝𝑝𝑜. 𝐿𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑖𝑛𝑐𝑒𝑟𝑡𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑐𝑜𝑖𝑛𝑣𝑜𝑙𝑔𝑒, 𝑎𝑑 𝑒𝑠𝑒𝑚𝑝𝑖𝑜: 𝑙𝑎 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑎 𝑖𝑑𝑒𝑎 𝑑𝑖 𝑝𝑎𝑐𝑒, 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑑𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑖𝑚𝑝𝑟𝑒𝑠𝑐𝑖𝑛𝑑𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑣𝑖𝑣𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑡𝑟𝑎 𝑖 𝑝𝑜𝑝𝑜𝑙𝑖 𝑒 𝑔𝑙𝑖 𝑆𝑡𝑎𝑡𝑖.


ooo OOO ooo


In uno dei suoi scritti Einstein osservò che la politica è più difficile che la fisica. Per uno scienziato certamente la politica è difficile: per uno cioè che è abituato a cercare quali cause producano certi effetti e si avvede che, in politica, le cause a monte, anzi le concause, sono praticamente infinite (comprese quelle che convergono a fare di ciascun uomo l’essere singolare, anzi unico, ch’egli è).


Tante e tali sono le componenti d’ogni avvenimento che nessuna matematica saprebbe quantizzarle e trovarne la risultante: di modo che tutto quel che accade sembra poi frutto del caso o dell’assurdo. Uno scienziato, invece, quando è inteso al suo lavoro, studia un fenomeno, si sforza di isolarlo dagli altri che con esso interferiscono, vi introduce, se può, la misura e la matematica e se va bene perviene a trovare o proporre una relazione tra una costellazione di concause a monte e un effetto.


La politica se guardata con gli occhi di uno scienziato difficilissima; ma per molte altre. persone essa è invece facilissima. Non c’è niente da studiarci su, bastando domandarsi, come molti fanno: con chi debbo mettermi? Con chi è più forte, col vincitore di oggi (qualità solare)? Oppure con chi sarà, a fiuto, il vincitore di domani (accorgimento lunare)? E non gli importa affatto di capire le leggi della politica: che forse ci sono, ma non riguardano lui. Il suo scopo non è il sapere. è il potere, a cui tutti i politici tendono: magari una frazioncella minuta di potere: poniamo, al principio, un impieguccio al sindacato o un seggio di consigliere comunale.


Forse tra i molti che alla politica pensano ce n’è ancora qualcuno che si domanda quel che sia meglio per il Paese: e coltiva magari una di quelle idee che andavano bene, in tempi passati: magari la libertà o la giustizia o un’economia tranquilla o simili cose passate di moda. Ma il numero di questi stravaganti è in diminuzione.


Comunque, la politica è praticata in Italia da molti, a tempo pieno o parziale. E molti ce ne vogliono se ci sono non soltanto un governo, una Camera, un Senato: ma Consigli regionali e provinciali e comunali, i sindacati, i partiti. Questi molti la politica la fanno, reggono o puntellano il Paese; capita peraltro che diano mano qua e là a demolizioni. Fare e disfare è tutto un lavorare. Più o meno, da un certo punto in poi, qualcosa si guadagna, e non solo di soddisfatte ambizioni, ma di quattrini, il che non guasta.


La maggior parte degli italiani, peraltro, non fa politica, se non nel giorno delle elezioni, quando si mette una scheda in una cassetta di legno, detta urna. Per il rimanente la subisce, la politica. avendo ciascuno il suo lavoro, suoi problemi familiari. Noi riteniamo che questa parte degli italiani, abbia o no modo e voglia di fare il raffronto con quel po’ di fisica che avrà potuto studiare, se avrà tentato di capire qualcosa della lunga crisi politica, appena conclusa mentre scriviamo, potrà concordare una volta tanto con Einstein: la politica è più difficile che la fisica.


DIDIMO

alias di Rinaldo De Benedetti (1903-1996),

padre riconosciuto della divulgazione scientifica italiana del XX secolo.

LA STAMPA, 1986


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