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MADEMOISELLE #7

MADEMOISELLE #7

Published Dec 10, 2022 Updated Dec 10, 2022 Culture
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MADEMOISELLE #7

-Tutti? 
- Sotterrateli tutti ! 
- Anche i bambini ? 
- Anche i bambini. 
L'aiutante di campo è chino su una scrivania di 
legno delle isole. Egli porta la spada al fianco e 
la coppa appena legata al collo. Non si è dato 
neanche la pena di toglierlo, tante le attività che 
si incatenano dal momento in cui aveva preso 
servizio. Egli suda e di asciuga con un fazzoletto 
bianco ricamato. 
Ogni volta che egli parla, dei granelli di sabbia 
sfrecciano lungo le pieghe dei suoi vestiti e si
espandono sul pavimento, poi fuggono tra le assi. 
Le scosse di sballottamento del carro son sorde 
agli sciocchi del vento. 
La tormenta, fuori, è al culmine. La resistenza al 
vento rinforza il cigolio continuo delle ruote 
delle catapulte che raschiano il terreno. A questo 
piano, quello più vicino al suolo, tutto ciò che 
non è massiccio, tende a vibrare. Si potrebbe 
credere che ad ogni istante le tonnellate di legno, 
che costituiscono l'armatura e la gestione interna 
della macchina monumentale, crollino come un 
castello di carte nella polvere del deserto. Dei 
lamenti metallici nascono e muoiono 
incessantemente in tutti i luoghi dello spazio. La 
trappola che dà sul dispositivo che serve per 
aprire delle brecce nelle mura delle fortificazioni, 
si è appena aperta, urlando sotto il soffio del 
vento, inghiottendo il caporale che ha ricevuto i 
suoi ordini e che è ritornato al lavoro. 

Artiste : Alena Klementeva

Egli non lo guarda neanche richiudere la 
trappola. Egli pensa a sua figlia, alla sua casa e a 
sua moglie. E alla sua puttana di Generalissimo.
Egli conta sulle sue dita, scarabocchia uno 
schema già percorso da qualche cancellata sul 
suo quaderno della scuola militare. Avvicina a sé 
la mappa della città portuale, consulta la carta 
costiera, sospira. Le sue dita agitano le fila di un 
abaco portatile, montato in un cerchio di acciaio 
su un cavalletto di marmo. Ogni palla a forma di 
cranio tintinna con un suono cupo e secco, 
conteggiando la vita come la morte, lo spazio che 
si può ottenere, il numero dei passi, il peso delle 
palle, lo spessore dei tratti, la freschezza delle 
razioni. D'ebano per i neri, d'Avorio per i 
bianchi. 
Tirando fuori la squadra graduata ed il compasso 
metallico, dalla piccola borsa di cuoio in cui li 
aveva riposti il mattino stesso, egli ripensa al 
capitano dei mercenari che era presente con i 
suoi artiglieri. 
- Ha ragione, inutile mettere in pericolo il nostro 
fianco destro per aggirare il molo. Prendere la 
Torre troppo presto non sarebbe prudente. 
- Al Nord c'è la città lacustre del Marin-sourcier. 
L'impero è capace di avere già piazzato le sue 
pedine per una replica marittima. Il fuoco deve 
essere concentrato sulla breccia nel muro della 
Porta Est, e le truppe saranno pronte a 
mantenerla. Grazie alla precisione dei suoi 
artiglieri noi cominceremo con l'affondare tutto 
ciò che può galleggiare nella rada e tutto ciò che 
è ormeggiata nel porto. 
Accavalla le gambe, raddrizza la sua. postura e 
sprofonda nello schienale. 
- Il capitano si è ben guardato dal dirmi cosa lo 
ha spinto a lasciare un accasermamento sicuro 
presso il Pèlerin - Noir per questa missione 
irragionevole. Io mi domando cosa lo ha fatto 
rinunciare alla Religione. Il denaro? 
- Le cifre, addensandosi in strategie di 
combattimento, cambiano improvvisamente, in 
una cascata di pensieri corrotti e confusi, in sogni 
filosofici su cosa possa fare sì che un uomo 
dedicato al servizio del bene possa rinnegare 
irrevocabilmente i suoi ideali per condurre la 
peggiore impresa che si possa concepire in tempi 
di guerra: il mercenarismo. 
Passi irregolari provenienti dalle scale che 
conducono al piano si avvicinano. La porta si 
apre. Lei entra. Vacilla, si porta su un lato, 
calpestando improvvisamente e freneticamente il 
pavimento per non perdere l'equilibrio. Si ferma 
davanti allo specchio. I suoi tacchi alti in denti di 
drago - tartaruga percuotono rumorosamente il 
pavimento, al ritmo del suo ancheggiamento 
disinvolto. Egli sa che lei è alle sue spalle, un po' 
come quando all‟improvviso ci si accorge di un 
brutto insetto che sta correndo lungo un nostro 
arto. Ma egli resta immobile sprofondato nella 
sua poltrona e concentrato sulla sua opera. 
Sposta una ciocca dalla fronte, meccanicamente, 
preoccupandosi di eliminare la goccia di sudore 
freddo che la imperlava. Lei tiene una bottiglia 
nella mano destra, dalla quale ha già bevuto 
attaccandosi al collo della stessa tre volte, da 
quando è entrata nella stanza. 
Nell‟altra mano, sporge una parte del manico e la 
lama di uno stiletto di cristallo. Poggiando un 
gluteo sul piano che serviva da scrivania, pone la 
punta dello stiletto nella direzione esatta del 
piano di attacco scelto e che è appena stato 
calcolato, al prezzo di molteplici sforzi dal suo 
Secondo. Liberata la mano dall'oggetto, il suo 
braccio avvolge delicatamente le tempie del 
militare. Ha già fatto i calcoli a mente. Egli 
sente il suo petto sfiorargli la guancia e i suoi 
lunghi capelli biondi solleticargli le spalle. Egli 
resta di ghiaccio. Entrambi contemplano la 
mappa della città, come fosse un paesaggio 
romantico. 
- Allora questo piano di attacco, mio Generale ? 
- Ho mantenuto un solo punto di attacco, dove 
concentrare l'essenziale delle nostre forze. 
- Andrò nella sala. Il mio tavolo è limitato. Corro 
il rischio di essere schiacciata, come una frittella 
contro la torre, dalle burrasche. Avete verificato 
le condizioni del tempo e la marea ?
- Il mare sarà in alta marea, la palude 
impraticabile, il tempo sarà sereno. 
Ella si raddrizza, si aggiusta la gonna, in modo 
che "cada" nel modo giusto, e dà uno sguardo 
allo specchio. 
- Cenerete con noi questa sera. Vi voglio riposato 
e disponibile!
- Questo scontro di guerra deve essere un gioco 
di magia!
- Siate professionale. Non bruceremo che un 
terzo delle abitazioni. Alcuni schiavi saranno 
liberati, Tutti gli uomini validi saranno inviati 
alle miniere d'argento, vicino allo sbarramento 
del Passo di Immungarath. 
- Lei gioca, con la punta dell'unghia smaltata, 
con un cranio nero dell'abaco, spingendolo 
contro un cranio bianco. 
- A questo proposito, vostra moglie ed i bambini 
non lasceranno le miniere che alla fine della 
vostra missione. Cioè quando avrete raddoppiato 
il numero delle guarnigioni. 
- Io mi incarico del finanziamento. 
A voi il compito di arruolare e di formare la mia 
armata. Voglio che faccia crepare di incertezza i 
Signori dei Neuf pics e che mi sia fedele. 
Dopo sarete libero. Ma ammetto che mi auguro 
che voi restiate vicino a me. 
Prendete il vostro posto! Insieme nessuno ci 
fermerà. 
Il ruolo di generale di armata vi annoierà molto 
presto. Rifletteteci! 
Ella ha posato ciò che resta della bottiglia sul 
tavolo e lo guarda fisso, le mani sui fianchi. 
Voi siete l‟esperto: non chiedo altro che imparare 
da voi. 
Passa la mano fra i suoi capelli e riprende 
allontanandosi:
Ko - Loss, il Maestro - mago dei maghi da 
battaglia, sarà là, come del resto Fleurette, il 
capo degli orchi. Ho invitato il Capitano della 
compagnia d'Albrecht. Alberico? Mi sembra sia 
il suo nome. 
Il titolo di mago stregone è conferito ai maghi 
che hanno acquisito la scienza stregoneria di 
comandare ai flagelli del cielo. Questo Ko-Loss 
aveva già reso qualche servizio utile alla 
spedizione e Mademoiselle aveva notato qualche 
rivalità tra i due. La prospettiva di una cena con i 
principali luogotenente della Signora non lo 
allettava per niente. 
- Bene Mademoiselle, volete una copia dei 
documenti? 
Inutile è tutto qua, disse indicando con l'indice la 
sua tempia, aprendo la porta che conduce al 
piano. 
Tuttavia, fate sparire tutto questo. Quello non 
deve uscire. Vi ho già incantato tre astucci di 
pergamena. Essi sono nel mobile secrétaire della 
sala da pranzo. Soltanto voi ed io siamo in grado 
di aprirlo, senza che esploda in faccia al piccolo 
cattivo curioso che lo guarderà troppo da vicino. 
Aggiungete le istruzioni per azionare la Mano 
cabalistica. Questa catapulta magica è una delle 
nostre armi segrete. Io non vorrei che il Pèlerin -
Noir capisca troppo in fretta che voi ed io 
facciamo un eccellente lavoro in questa contrada. 
E io non ho l'intenzione di confidare i segreti di 
quest'arma, almeno nell'immediato, al nostro 
maestro-mago

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KONRAD IL BARBARO - LA VIVERNA SVELATA

per sviluppare la mia scrittura. Una mappa dell'universo che ho creato per il gioco di ruolo Dungeons & Dragons è disponibile nei primi capitoli. Possiamo parlare dello sfondo di questo mondo che ho disegnato per l'ambientazione di questa storia.

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