

Diciassette virgola sessanta
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Diciassette virgola sessanta
Se quel tale avesse insistito, avrei sparato senza pensarci due volte. Era la prova inconfutabile di quanto fossi cambiato, in peggio. L’Ermanno di prima della guerra non sarebbe stato in grado di far male a una mosca. L’Ermanno tornato dai campi nazisti, invece, poteva trasformarsi in un assassino. Quando rimisi la pistola in tasca, ebbi paura di me stesso, ero pericoloso. L’esperienza dell’internamento aveva stravolto la scala di valori. A contatto perenne con l’odio, la crudeltà, la violenza e la privazione, rispettavo meno la vita umana, compresa la mia. Mi salvò la volontà ferrea di non darla vinta ai miei aguzzini. E, oggi, forse l’unico modo che ho di trovare pace, per me e per tutti i ragazzi costretti alla guerra e alla deportazione, è consegnare la mia testimonianza agli


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