L'AMBASCIATA #6
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L'AMBASCIATA #6
Quaderno di studi di Sylvain del Buisson
Hashok del Parfait Elwin Cehel
Quarto anno di iniziazione
Port-Kro, 23simo giorno del secondo mes d'estate del calendario deano.
Ringrazio il lignaggio dei miei pari e rendo grazie alla Selva per questa giornata ancora una volta ricca di insegnamenti, utili alla comprensione illuminata delle esperienze della mia vita.
Oggi ho avuto l'onore del mio primo incontro con l'ambasciatore Sadok, davanti alla capitaneria di porto. È qui che egli risiede durante il suo soggiorno. Egli ha dato appuntamento al mio maestro ed a me. Lo attendiamo davanti all'entrata principale: una massiccia fortificazione sulla gettata di un piccolo porto peschereccio. La seconda costruzione più imponente della città dopo la Torre anti-magia. È anche l'alloggio del governatore inviato dal Reame oscuro.
Noi eravamo stanchi per la lunga marcia che ci ha condotti dalla Foresta d'Occidente fino a qui, ed avevamo sete. In segno di benvenuto l'ambasciatore Sadok ci ha invitato ad accompagnarlo nelle sue attività quotidiane di grande responsabilità. Soltanto dopo il calare della notte abbiamo potuto placare la nostra sete, rilassarci e procedere alle nostre abluzioni. Abbiamo il grande onore di potere dormire sulla scala che conduce sotto la porta dei suoi appartamenti. Possiamo godere della cantina, del ripostiglio e della sauna. Gli sia resa grazia per consentirci, ancora una volta, di oltrepassare i nostri limiti nella pericolosa via del Pan-For.
Il mio Maestro ed io ci avviciniamo all'ultima tappa del nostro viaggio verso la Stella dell'Est. Dal momento che l'ambasciatore non ha più bisogno dei nostri servigi, proseguiremo verso sud, verso la città commerciale di Magritta, dove prenderemo un battello per far ritorno nell'impero. Quale gioia una tale varietà di incontri, lingue e costumi! Da quando siamo entrati nell'ex Colonia, la varietà dei punti di vista e di visioni del mondo è ancora più marcata. Com’è sua abitudine ogni qualvolta noi ci avviciniamo ad un luogo significativo, il mio maestro mi ha fatto un corso sulla città di Port-Kros e sugli abitanti che la popolano. Imparare camminando sotto un cielo libero, che Fortuna! E al cospetto di un Elfo del giorno, un essere di Luce, così come lo è il mio Maestro, quale onore! Compiano gli elfioni che sono rimasti al paese e che scoprono il mondo all'ombra del "flet", al cospetto degli insegnanti artisti. Non ho trovato la corrispondenza della parola "flet" nella lingua degli umani.
Sembrerebbe che la parola astuzia o l'espressione "alta corona di fogliame" sia il più vicino? Che brillante idea ha avuto il mio Maestro di dirmi di tenere il mio quaderno di studi nelle lingue delle contrade che percorriamo! Io parlo già sette lingue umane e semi-umane, tre lingue del Piccolo - popolo delle fate e conosco già i rudimenti della scrittura di cinque di esse. Ma ciò che mi appassiona di più è la conoscenza di certi linguaggi antichi, parlare ancora da alcune creature magiche, quali il Celestiale, o il Draconiano, o il linguaggio dei giganti, ereditato dai Titani.
Scrivere queste righe in comune mi ha davvero permesso di capire gli umani: le loro parole si impoveriscono, pochi si dedicano ancora all'arte della poesia, della retorica o delle lettere.
Ma hanno una particolarità che li differenzia da tutte le altre razze essi cercano una strana cosa che chiamano fortuna, come a respingere senza sosta i limiti dei territori che abitano. Ciò che il mio Maestro vuole mettere in luce è che, il saggio è un apprendista che non cessa d'apprendere, ormai, mi appare chiaro. Gli umani cercano di somigliare a noi, gli elfi. La loro sete di conquista non è che l’ombra della sete che ci anima: la sete di bellezza, di bene e di conoscenza. Comprendo il messaggio che Sadok ed il mio Maestro vogliono loro indirizzare. Noi siamo i loro fratelli maggiori e devono imparare da noi. Spero sinceramente che l'ardore instancabile dell'ambasciatore per ottenere dal consiglio dei barbari la liberazione dei maghi che trattengono nella loro torre, sarà ricompensato da un successo. La seduta del consiglio della città, a cui il mio Maestro ed io abbiamo assistito oggi, è stato teatro di uno scontro militare tra il governatore militare inviato dal Reame-Oscuro e del sacerdote deano che ha ottenuto l'autorizzazione di costruire un tempio. Il governatore contesta questa autorizzazione. La sua argomentazione è che un armistizio è stato firmato tra l'impero ed il Reame-Oscuro. Il consiglio ha respinto la sua richiesta. Sadok non è intervenuto. Senza dubbio per colpa dell'ambasciata, ospita il governatore alla capitaneria e senza dubbio non si preoccupa che egli prenda fatto e causa per un partito o per l'altro. Gli elfi hanno messo sul piatto del negoziato, per la liberazione dei maghi, l'ingrandimento del porto per l'accesso delle loro nuove navi. La posta in gioco è importante. Si tratta di non perdersi in conflitti collaterali che possono rendere fragile quanto già intrapreso.
Questa giornata sarebbe stata di perfetta beatitudine, se non fosse per un avvenimento verificatosi oggi che mi ha lasciato una sensazione di amarezza. Era questa mattina ed avevamo appena attraversato il mercato delle derrate alimentari per raggiungere la casa del consiglio di clan. Ho scorto un'orchessa di notevole altezza che si spostava con un paniere di vimini coperto da un telo a quadri rossi e bianchi. Si spostava saltellando e ronzando. Mi è sembrato di riconoscere Gramush Nab Odib. Mi ricordo di lei perché ha avuto, a più riprese, degli alterchi con la Guardia reale. Ella aveva il dono di rendere nervoso ogni emissario che non era avvezzo a sapere rispondere alle provocazioni, anche se comuni, della diplomazia orca. Ho interrotto Sadok ed il mio Maestro. Stavano discutendo del modo migliore per raggiungere lo scopo con i barbari. Io indicavo col dito l'orchessa che imboccava un vicolo a mala pena localizzabile, perché ingombrato di detriti di ogni tipo. Essi gettarono l'occhio nella direzione indicata, ma ella era già nascosta dall'ombra del vicolo. Stavo per pronunciare il suo nome, il dito sempre in aria, ma Sadok mi interruppe facendomi la predica sulla mia mancanza di concentrazione. Ho dovuto restare in silenzio. Ho avuto tutto il tempo di rivivere questa scena con il pensiero.
Ora c'è una certezza, era sicuramente l'orchessa emissario di Gutrak I, al Consiglio della Grande Foresta. Ma è un'informazione abbastanza importante per interrompere i miei maestri dalle loro strategie? Io sono ancora nel primo periodo di apprendistato con il mio Maestro, che mi obbliga ad un voto di silenzio. Io non ho, in teoria, il diritto di rivolgergli la parola, che per porgli domande aperte. Si fa quel che si può. Mi do tempo fino a domani sera per decidere se è utile parlargliene. Sembrerebbe che le lune si avvicinino le une alle altre. Sono magnifiche. Ne farò il mio soggetto di meditazione prima di dormire.
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