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GUERRAFONDADIO #3

GUERRAFONDADIO #3

Publicado el 27, abr., 2022 Actualizado 12, jun., 2022 Cultura
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GUERRAFONDADIO #3

 
22° giorno del secondo mese estivo
dall'anno 1136 del calendario deano.
Racconti della campagna
della compagnia ibera Albrecht,
al servizio del Regno oscuro,
dal cronista Otig de Malmaison.
 
 

Apriamo la marcia. L'immobile non lo sa come affrontare il pericolo imminente.

Noi siamo la guerra che corre dietro alla sua rabbia.
 
Quando i vivi avranno congedato i morti, quando i vincitori riscriveranno la storia, quando
i vinti avranno pagato il prezzo della loro ignoranza, riprenderemo i nostri ranghi. Riorganizzeremo le truppe e saremo impegnati in un altro il caos.
 
Dall'ultima autorizzazione, sono quaranta giorni che siamo in cammino. Abbiamo impiegato tre giorni ad attraversare le Montagne dell’Est, raggiunto e poi lasciato dietro di noi l'Albero dei Pellegrini e che stiamo avanzando verso nel deserto di Nemed verso la città costiera di Port-Kro.
 
Abbiamo lasciato il cuore del Reame Oscuro con la lettera d’ingaggio del nostro datore di lavoro che ci aveva preceduto. Il datore di lavoro aveva fatto una sorpresa ai soldati rivelando essere una donna.
A causa del dover essere agguerrita, era avvezza alla professione d'armi. Ci stava aspettando al confine della colonia. La sola che si apre sull'Imperium Mundi perché il Reame - Oscuro è una penisola. Prima o poi, sarà necessario che il Pélerin Noir e la discendenza di Imperatori che affermano di essere del Pélerin Blanc, finalmente si uccidano reciprocamente. Questo è il prezzo da pagare al fine di trovare una relativa pace nell'Est del continente. L'Impero oggi copre l'intero continente che lo porta.
 
La colonia è l'ultimo territorio annesso ma è anche l'origine stessa di questo impero. Là dove separa un ruscello nella Colonia inizia tutta la storia di queste terre, dalla terra a mare, da nord a sud e da est a ovest.
 

"Da più di mille anni i pellegrini ci guardano!" 

 
È la frase che usano proclamare i Druidi che passano di là. Questo luogo si chiama la Crociata dei tre pellegrini. Vi ci sono incontrati tre uomini che si sono lanciati una sfida: che la loro personale visione del mondo prevalga su quella degli altri. L'usanza dei popoli vuole fingere che siano immortali. Non dei, non giganti! Mortali semplici, ma che hanno il dono, come alcuni Elfi dell'Antico Mondo, di non morire mai. Finché non gli accade nulla ...
 
Il Pélerin Gris ha scelto la via della neutralità e ed è rimasto nella colonia. È all'origine di
tutte le Confederazioni Druide e delle corporazioni dei mestieri.
 
Il Pélerin Noir ha le sue radici nel male.Giardiniere di malefatte ha radunato i Signori dei Neuf pics  e ha federato le città- Havres dall'est. Da sempre è in guerra aperta o in agguato contro ciò che il Pélerin Blanc ha potuto costruire.
Il Pélerin Blanc è sia un conquistatore che l'apostolo di Déer, dio bianco o dio drago.
Il Pélerin Noir lo avrebbe sconfitto in un combattimento singolare usando il tradimento. 
Lo avrebbe ferito a morte. Alcuni, tra i deani- questo è il nome che diamo agli adepti del culto di Déer – ma anche l’insieme dei popoli, afferma che il suo corpo giace nelle profondità di un vulcano a nord del continente, circondato da centinaia di uova di drago. Altri, che la sua anima è la custode di Prodezza, la spada degli imperatori deani.
 
Ventisei imperatori deani si succedettero dal primo che era stato installato dal
Pélerin Blanc.  L'ultimo imperatore è scomparso in circostanze misteriose : un drago
bianco è venuto a prelevarlo nel suo palazzo alla vista e a conoscere la popolazione. Nessun candidato per la successione.
 
Fu il clero ad adoperarsi per evitare una grave crisi politica: la Papessa assicura la gestione, in attesa del ritorno di l'Imperatore. 
Diversi paladini e cavalieri, tra i migliori, andarono a cercarlo. Nessuno è ancora ritornato.
 
I nobili delle corti reali si mantengono tranquilli, ma questa situazione non può durare.
Tutto questo è un bene per noi. Contratti per l’esercito e del buon lavoro in prospettiva per la Compagnia.
 
Abbiamo accettato la missione. Non è stato necessario ritoccare il voto. C'era la maggioranza a “favore” con il consenso del Capitano. 
Bisogna dirlo gli obiettivi del contratto sembravano semplici da raggiungere e lo stipendio : regale.
 
Di fronte, una tribù di barbari imbastarditi e ammorbiditi dallo stile di vita degli imperiali.  Nessuna cavalleria, ancora meno magia di battaglia, solo poche braccia grandi, con un granello nel cranio, pressati al combattimento. Noi: novanta soldati abituati alla scaramuccia tanto quanto ai combattimenti di massa, freschi e con tutta la bardatura. Novantaquattro se contiamo le reclute raccolte lungo la strada.
Di fronte, schiavi umani e semi-umani, pungolati da predoni di orca reclutati nelle città a ovest dei Nove Picchi. Alcuni montano dei lupi giganti, altri iene grandi come i lupi. 
Apriamo la marcia. Abbiamo per questo il comando dell'avanguardia.
 
La Demoiselle ed il suo seguito sono al centro del corteo di macchine da guerra.
 
Le poche fermate durante una tempesta sabbia, sono fatti sotto rifugi di tela tesi sbrigativamente, per lo più precari, in tenda di tela doppia con tutti i comfort, per i dignitari.
Noi rappresentiamo la guardia del corpo e sono le nostre sentinelle che sorvegliano l’esterno del campo.
 
Otto troll di buone dimensioni accompagnano in via permanente il fulcro di questo equipaggiamento infernale: una catapulta a forma di palma mano aperta, decorata con rune colorate scintillanti. Esso è sia il pezzo più grande di artiglieria che il carro di trasporto del nostro capo dell'esercito. 
Può anche essere usato come una torre d’assalto a tre piani senza contare il forte.
Contiene appartamenti per ospitare fino a tre dignitari. Il nostro capitano, paladino deano caduto, riferisce ogni giorno a Demoiselle che ...
 
 
- Sei ancora alla tua penna, Malmo!? Faresti meglio a venire avanti. C'è un ammutinamento in
corso. Non vogliamo passare per scansafatiche.
Egli appoggia la penna, si precipita indietro, come una bestia da soma infastidita da un tafano. Il cronista pulisce l'inchiostro che gocciola sul manico della sua penna con uno straccio e si gira verso l'uomo in abito scarlatto che ha appena introdotto la testa testa nel carro coperto.
 
- Chiamami Otig! Te l'ho già detto! Un nome è un nome. I soldati devono sapere nominare gli ufficiali che li sorvegliano. E fino a prova contraria, gli ufficiali scelgono il loro nome.
 
- Bene tenente! H detto, non dico niente.
 
Il cronista organizza il suo materiale di scrittura prima di ripiegare meglio il telo del carro per vedere il suo interlocutore. Questo tira un po’ il suo cavallo. Il suo cavallo si innervosisce, offuscato da folate di sabbia fine che gli vengono in contro.
 
- Cosa fa un mago da battaglia dietro mentre il Capitano ha appena ha detto a tutti
maghi di strisciare il culo attorno agli attrezzi d’assedio!?
 
- In effetti l'ammutinamento, i ragazzi se ne occupano e lo fanno bene, è fermato. Ritornerò a vederlo dopo, per ogni evenienza. Ti devo mettere a parte di diverse cose che mi assillano per la preparazione dell'assedio, tenente. La Demoiselle mi dà i brividi alla schiena.
 
Non avresti potuto scegliere un altro momento per questo?
 
Un diplomatico elfo è arrivato ieri al crepuscolo. Egli è ripartito prima dell’alba. Se la compagnia non è rapidamente al corrente delle reali intenzioni di colui che ci ha ingaggiato, io ho paura che si finirà con il morderci le mani. Tu avrai del bello a mettere tutte le esitazioni che vuoi nel filo della tua cronaca sul fatto che i nostri soldati hanno le palle e che hanno visto tutto, fatto tutto… Ciò non impedirà che la gloriosa epopea dei nostri corpi d’armata finisca probabilmente in riva al mare sotto il fuoco di un grande verme.
- Non è la prima volta che si va fare un buco in mezzo al nulla.
 
-  Hai sentito parlare del vecchio faro che è stato trasformato in prigione dai barbari?
 
-  Io ho appena saputo che stabilendosi là essi hanno reso un grande servigio agli affari marittimi dell’Impero. Essi hanno ripulito i luoghi da una banda di briganti che vivevano nel faro spento ed accendevano dei fuochi sulla spiaggia per fare naufragare le navi.
 
- Tu sai chi è rinchiuso in questa prigione?
 
- Io so che la Demoiselle, per non offrire la sottomissione di una delle ultime città libere del Sud Colonien al Pèlerin Noir ha l’intenzione di mettere le mani su di una puttana di artefatto magico di cui solo voi maghi potete apprezzare gli effetti.
 
- Ci sono almeno tre archimaghi prigionieri da questi tarati di barbari! A tuo parere perché il Pélerin Noir, sovrano del Reame – Oscuro, dopo aver tolto la Colonia all’Impero ha lasciato in semi-libertà la maggioranza delle città?
 
- Io non so!  Mancavano forse le truppe per schiacciarle tutte?
 
- Egli, massaggiandosi la radice del naso:
 
- è forse perché. Si può asservire qualche famiglia di regnanti, ma mai in maniera durevole un popolo. Egli preferisce che l’Impero, volendo riconquistare velocemente la sua cara ultima colonia sul continente, si spacchi i denti su degli autoctoni che sui stuferanno di essere sballottati fra due mari. Lasciandogli la scelta dell’alleato più conciliante, gli lascerà credere che egli ha di meglio da offrire loro che l’Impero.
 
- Anche se ciò non mi rinforza nell’idea che non si è veramente dalla parte del più forte, io non vedo la relazione con il nostro affare.
 

-Mademoiselle gioca da sola in questo caso.

Ufficialmente ella ha annunciato di cominciare a rinforzare le guarnigioni del Pélerin noir, nella Colonia. Io penso che la sua intenzione principale sa un’altra.
 
- Che cosa ti fa dire questo?
 
- L’Arcanum la corporazione della magia universale.
Non è per niente che si chiama così: essa non ha l’equivalente o il concorrente nel mondo conosciuto. L’Arcanum, io dico, ha appena subìto un grande colpo, un cataclisma! La Papessa, il più alto sacerdote dell’Impero, ha pubblicato una bolla che vieta l’esercizio della magia profana sui suoi territori. In assenza dell’Imperatore, ciò vuol dire che ha valore di legge. Tienilo per te, ma non è una novità, per noi, gli adepti dell’Arte: ciò non fa che concretizzare il fatto che la magia profana perda parte della sua superbia in questi ultimi anni. Qualcosa suona: i maghi sono sempre meno in fase con la capacità di percepire e di immagazzinare il flusso magico il fatto che esistesse un’energia universale, nella quale coloro che apprendevano a comprenderla potevano padroneggiarla oggi non è più una verità.  Per contro la magia personale ritorna. Quella che era là al principio. Presto la magia non sarà più posseduta da un collettivo di maghi: le streghe ritornano. E Mademoiselle è una di loro.
 
- Sì, ma ciò non fa di lei il Babau.
 
- Lei ha capito ciò che sta accadendo, come altre creature per le quali la magia è una necessità.
 
 

Leggi di più : IL CARRO

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