Illuminazioni di creatività
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Illuminazioni di creatività
Siamo un popolo di santi, poeti, navigatori e scrittori. Scriviamo molto in effetti, ma leggiamo poco, pochissimo. E questa è, con tutta probabilità, la ragione per cui scriviamo mediamente male. Poesie, racconti brevi, raccolte di raccontini, romanzoni da 500 pagine o più, di tutto. Provo però a chiedere a tutti questi scrittori cosa hanno letto nell’ultima settimana, o mese o addirittura anno e spesso mi sento rispondere che non hanno avuto tempo: erano troppo impegnati a scrivere. Ecco il motivo principale della modestia di quei prodotti, che rimangono in genere relegati in cassetti ad ammuffire dopo un inutile giro di prammatica presso qualche Casa Editrice. Oppure finiscono preda di qualche editore a pagamento, poco più che tipografi in effetti, o stampati in self-publishing, o autoprodotti in qualche piattaforma digitale. La conseguenza sarà in genere sempre la stessa: un po’ di sollievo per l’ego dell’Autore e un po’ di tormento per gli amici e familiari costretti a prenderne qualche volume.
In un’intervista di qualche anno fa, Harold Bloom disse che per scrivere un libro bisogna averne letti almeno mille. Io mi accontenterei di cento. Ed è così semplice convenire con quella affermazione, pensiamo a come abbiamo imparato a parlare. I nostri genitori, l’ambiente circostante ci ha inondato di parole che si sono sedimentate nel laghetto della nostra conoscenza e appena abbiamo imparato ad usarle le abbiamo prese da lì. Immaginate il figlio di una coppia di genitori muti che vive su di un’isola deserta e capirete che il ragazzo non imparerà mai a parlare. Ora, per la scrittura accade la stessa cosa e se non ci riempiamo di tante parole scritte (possibilmente provenienti da autori di vaglio che le hanno sapute usare) difficilmente riusciremo a comporre testi di qualità. E naturalmente uso il termine parole per riferirmi a immagini, periodi, emozioni, stile narrativo, capacità nell’uso dei dialoghi. Non vi basterà, temo, aver avuto una brillante idea per scrivere un buon romanzo, né capacità scientifiche per un valido saggio, o grande vena lirica per una raccolta di poesia. A quelle intuizioni, quelle idee, quelle illuminazioni di creatività, dobbiamo fornire un adeguato mezzo di trasporto che le conducano agevolmente agli altri e le parole sono appunto il vagone su cui carichiamo le nostre idee prima di metterle in viaggio. Buona scrittura a tutti.
Foto di Dariusz Sankowski da Pixabay