L’EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ ANCHE PER COMBATTERE LA MAFIA
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L’EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ ANCHE PER COMBATTERE LA MAFIA
L’educazione alla legalità è un argomento allo stesso tempo semplice, quasi intuitivo, e molto complesso. È semplice e apparentemente scontato, se si intende per educare alla legalità il solo insegnare a non commettere reati; difficile e articolato se in questa attività educativa comprendiamo anche il dover essere positivo e propositivo, in un’ottica di partecipazione alla vita della collettività. L’ambiente primario per una corretta educazione alla legalità è ovviamente la famiglia. Chiunque abbia la cura e la responsabilità educativa di un minore deve sostenerlo in un percorso di crescita fisica, psicologica e sociale in modo che, divenuto adulto, possa inserirsi nella collettività.
Accanto a questo dovere primario della famiglia, spetta a chiunque acquisire le nozioni utili per un adeguato rapportarsi con i consociati. In un’epoca in cui molto si parla di diritti, occorre ricordare che vi sono anche doveri. Se tutti hanno il diritto di essere informati, tutti, compresi i soggetti di età minore (ovviamente in relazione alla loro età e al grado di maturità conseguito), hanno anche il dovere di informarsi e di apprendere le regole del vivere civile. Importante è l’impegno delle istituzioni scolastiche nell’educare, in sinergia con i contesti familiari, alla legalità e all’impegno contro le mafie e la cultura mafiosa, come previsto nel documento di indirizzo, per lo sviluppo della cultura della legalità e della corresponsabilità, del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca del 25 novembre 2015.
Nel suddetto documento si evidenzia che la legalità deve essere praticata nella quotidianità cosicché “il sentire responsabile che le scuole devono perseguire come fine centrale dell’azione educativa non proviene soltanto da una corretta informazione circa i diritti individuali, ma anche, e soprattutto, dalla correlata capacità di praticare comportamenti concretamente rispettosi dei doveri. La migliore garanzia per il rispetto del diritto dell’Altro è racchiusa nella capacità individuale e autonoma di rispettare il correlato dovere che a ogni diritto è sotteso, come la radice al fusto”. Dal 1996 si celebra nella data del 21 marzo la “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie” meglio conosciuta come “Giornata contro le mafie”, con iniziative ed eventi che si svolgono in una città diversa ogni anno. La Giornata è promossa dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) in collaborazione con l’associazione Libera, e si rivolge, soprattutto, alle scuole di ogni ordine e grado. Il relativo protocollo d’intesa è stato stipulato tra MIUR e l’associazione Libera in data 26 marzo 2018, con durata triennale. Ovviamente gli adulti devono fornire l’esempio della pratica alla legalità, con una testimonianza di rispetto delle regole e di esercizio dei doveri di cittadini. Le istituzioni scolastiche e giudiziarie hanno da tempo intrapreso un proficuo percorso per diffondere la cultura della legalità. Si ricorda, infatti, la Carta d’Intenti intercorsa tra MIUR, DNA (Direzione Nazionale Antimafia), ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) e ANM (Associazione Nazionale Magistrati), sottoscritta in data 5 febbraio 2015, finalizzata proprio ad assicurare un programma pluriennale di attività di educazione alla legalità e di diffusione della cultura giuridica. L’educazione alla legalità comprende tutti gli aspetti del vivere personale e sociale.
Altri profili essenziali in una corretta educazione alla legalità sono costituiti dall’educazione alla propria sicurezza e alla sicurezza altrui, che possono essere minacciati dalle organizzazioni criminali.
Prendersi cura di sé è il primo requisito per un vivere sereno e attento anche alle esigenze degli altri. Chi ha cura della sua vita, ne conosce il valore e la dignità, non può accettare che altre vite vengano offese e calpestate.