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IL CARRO #5

IL CARRO #5

Published Jun 12, 2022 Updated Oct 11, 2022 Culture
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IL CARRO #5

Svogli il tuo ruolo. Tua figlia ha bisogno di un padre. Svolgi il tuo ruolo o andrò a cercargli un altro padre.

Barbara tende a Konrad una pila di vestiti e gli indica la camera dove lo attende la bambina che gioca. Mentre l'aiuta ad indossare il suo abito, Konrad vede i capelli sottili di sua figlia sollevarsi: una brezza leggera, arrivata direttamente dal deserto entra dalla finestra della camera. Le stanze della casa, come ogni giorno, hanno bisogno di essere arieggiate. L'aria, che solleva qualche ciocca, gli fa respirare da lontano il deserto. E all'espirazione eccolo tutto intero fra le grandi distese di sabbia del deserto. Anche i suoi capelli volano allo spirare del vento. Egli tiene in una mano la sua ascia più bella e nell'altra la briglia della sua cavalcatura. Ai suoi lati cavalcano i guerrieri della sua tribù. La caccia è aperta e la selvaggina del giorno, presa all'inseguimento, comincia ad essere spossata. Bisognerà fermarsi presto e guardare in faccia, con coraggio e determinazione, minacciando.  I cacciatori penseranno che il combattimento sia leale e che è un bel giorno per morire. Il sangue ed il sudore avranno un buon sapore.

Ciascuno avrà dei rischi inaspettati per affrontare la bestia nel più ardimentoso dei modi.

Quando avrà reso il suo ultimo respiro, essi pregheranno il grande spirito della sua razza per ringraziarlo di questa cattura.

Affinché gli trasmetta, in più oltre alla sua pelle, carne, ossa, tendini un po' di ciò che la fa considerare feroce e che fa tremare i suoi prodi. I bambini avranno seguito il gruppo e aiuteranno i cacciatori a caricare i pezzi di carne sulle cavalcature.

Cosa stai facendo ancora?  Sbrigati, dobbiamo andare per commissioni.

Konrad spalanca gli occhi e si alza. La figlia trotterella già davanti a lui e scende la scala di legno.

Barbara non è un tipo conciliante. D'altronde ciò le è valso un soprannome nella comunità.

Non è da tutti avere un soprannome. Alcuni se ne lamentano, altri si adattano, altri ci giocano. Barbara non ha avuto scelta. Ella non faceva parte delle fanciulle allevate dalla tribù. Il suo villaggio sperduto sulle cime dei monti brumosi era stato raso al suolo dal Grande verme. Ella aveva dovuto rifarsi una vita a Port-Kro. È una barbara come Konrad, ma una montanara. Con un carattere brusco, che offre pochi appigli, simile ad una parete rocciosa sprezzante di corde e pioli. Un carattere mutevole come il tempo alle grandi altitudini. Tuttavia, con una generosità profonda e selettiva, come il rifugio che si sarebbe meritato dopo una lunga scalata. Il suo stile fa eco a questo carattere: ella è grande, parla con la gestualità, dal momento che è sincera. É vivace ed imprevedibile. Talvolta parla lentamente, il suo sguardo è concentrato, e poi improvvisamente si attiva e produce mille grandi gesti. Mai disordinati, sempre precisi. Le sue sopracciglia spesse, quando le aggrotta, le danno dell'imponenza. Una certa autorità temperata dal fatto che sono chiare, come il colore del suo incarnato ed i suoi capelli. Accade che il castano vira al biondo che scintilla. Il colore dei suoi occhi e lo splendore incerto della sua capigliatura, sempre ornati da una lunga treccia o da un nastro, le donano l'apparenza di una certa dolcezza, posata e rassicurante. Ma a sua insaputa. Pochi sono coloro che la hanno vista arrossire. Il suo soprannome ella lo deve soprattutto ai primi contatti con le autoctone, che vollero essere accoglienti, tenuto conto del dramma che l'aveva toccata: Barbara Brisetajoie. Per goffaggine o per negligenza? Ella aveva la tendenza ad eludere gli slanci e le testimonianze di simpatia con delle repliche sferzanti o un mutismo di ghiaccio. Le accade di avere un non so che nel timbro della sua voce che s'impone e che rizza le vertebre. Quanto alla sua personalità, solo coloro che vissero nel segreto del suo focolare domestico hanno potuto apprezzarne la sorprendente ricchezza. In effetti non si sa se abbia degli amici. Ciò non significa che non ne abbia, ma che ella è particolarmente discreta su questo tema. Non è mai restia a lavorare nell'interesse generale. Ella si siede al consiglio delle madri che veglia sul destino della scuola e del giardino d'infanzia. Condivide momenti di complicità con le altre donne della comunità nella preparazione delle feste, la manutenzione delle uniformi della Guardia o delle case del consiglio. Dai primi giorni del ritorno a Port-Kro, lei e lui hanno cominciato a scambiarsi sorrisi e poi a flirtare. Dalla seconda settimana stavano insieme. Tuttavia, Barbara era spesso malata o soggetta a nausee. Mal sopportava la vita di pianura, sabbia e sale. Da quando rimase incinta ella riacquistò definitivamente la salute.

 

- Hai preso le borse ? Ella risistemó i suoi vestiti e quelli della figlioletta sulla soglia salutando una vicina. Egli esce di casa con cautela portando le borse. Chiude a chiave la porta di casa, esitando ancora un po' sul senso che bisognerebbe dare al suo giro di polso. Da quando la città ha un fabbro ed un fabbricante di serrature, tutte le abitazioni sono ora dotate di quanto necessario perché ciascuno resti a casa propria. Esse son in media di uno o due piani, attaccate una all'altra. Al di fuori dei viali le strade sono sufficientemente strette, i tetti sono bordati e inclinati per mantenere l'ombra per buona parte della giornata. Non devono andare troppo lontano: numerosi banchi di cibo hanno aperto ai quattro angoli della città. Sono dei negozi in muratura. Sono tenuti da commessi dei mercati carovanieri. Il mercato delle derrate non si tiene che due volte a settimana. L’apertura di queste grandi superfici dove si trova di tutto ha ammazzato il mercato delle bancarelle e dei venditori ambulanti. Ormai bisogna essere un grande produttore per radicarsi nel mercato locale. I piccoli venditori sono ritornati ai lavori nei campi o del mare. Il diritto di proprietà importato dagli imperiali e comincia ad essere assimilato dai barbari.

- Benvenuti barbari volete assaggiare una nuova specialità di Mr. Kopetfinker? È gratis.

Il grosso uomo, che li ha appena interpellati all'ingresso esterno del negozio, designa uno gnomo vicino ai suoi fianchi intento ad avvitare un pomello su uno strano piccolo carrello di legno.

La falda dietro si solleva dall'interno e permette al carrello di incastrarsi in una fila di altri dodici. Le quattro ruote sono spalmate di uno spesso strato di pece nera mescolata a resina vegetale.

La pece nera si trova ovunque in larghe gallette appena abbandonate sulla spiaggia e che in questo momento consentono alle ruote un'estrema facilità di movimento. La coppia e la bambina, curiosi e divertiti si informano sul carrello appena terminato dallo gnomo, sono fagocitati nel negozio. I due accoliti li guardano uscire con un certo giubilo nello sguardo. L'uomo obeso agita le piccole dita mollicce indicando il carrello. -Vedrete, vi faciliterà la vita.

In confidenza allo gnomo:

- Hai visto?  Stai per diventare ricco Kop! Quando Mastro Tolodei ha un’idea, tu puoi essere certo che essa sarà lucrosa. Tu ed io faremo grandi cose! Il nostro soggiorno di riposo a Port -Kro si sta rivelando un paradiso di ispirazione.

-Ho ancora alcune regolazioni da fare e poi comincerò il prototipo che mi avete ordinato.

- Sì, d’altronde bisognerà proporgli di provarlo, quando usciranno. Sono sicuro che saranno conquistati.

Il barbaro ha l’aria addormentata. Sarà lei che deciderà, vedrai. Sta comprando delle cose inutili. E riempiranno il paniere con i capricci della bambina. Si riempiranno di tutte le cose che di solito non si vendono, perché non hanno il tempo o abbastanza spazio nelle borse. Potranno trasportare tutto grazie al tuo carrello magico!

- Egli volta la testa, le due mani incrociate o che pendono sul petto, ostentando il suo più bel sorriso di benvenuto.

- Buongiorno Signora! Permettete che vi presenti…

Konrad e Barabara ebbero le mani libere per girare a loro volta nel negozio. La bambina non si staccava dal carrello, la sua nuova attrazione ludica: nessuna necessità di correrle dietro. Barbara, tuttavia, rifiutò la proposta di affittare il carrello per portare i suoi acquisti a casa. Una delle sue compagne di confezione dei costumi l’avvicinò nella via e la tenne in conversazione fino alla porta della loro casa. Ella partecipava alla costruzione della Chiesa deana.

Ella teneva assolutamente a vantare i meriti ed i talenti di architetto del giovane prete inviato dal Ducato delle Marche oceaniche. Ella aveva partecipato alla costruzione della casa di Konrad e Barbara, con un tale entusiasmo ed un tale ardore che Barbara si sentiva in obbligo di prestarle ascolto benevolmente. Visto che Sara aveva sviluppato delle vere competenze da carpentiere.

Quando una coppia aveva il suo primo figlio c’era la tradizione che tutta la comunità partecipasse alla costruzione della loro nuova dimora. Sara, nonostante lei non fosse conosciuta come credente, aveva a lungo girato attorno all’argomento, al fine di sollecitare il loro aiuto per l’edificazione di questo nuovo tempio. Barbara aveva accettato di dare una mano, ma restando evasiva sul tempo che lei e Konrad vi avrebbero dedicato. Ella arrivò finalmente a congedare Sara e a rivolgere a Konrad uno sguardo carico di rimprovero. Egli era poggiato al muro, e stava riprendendo respiro. Aveva dovuto portare tutte le borse, che gli erano sembrate più cariche del solito. E sua figlia sulle spalle, perché aveva male ai piedi.

Era l’equivalente di ciò che avrebbero trasportato due muli.

- Avresti potuto dire qualcosa ed aprire la porta ! Siamo entrambi in egual misura in debito. Tu credi che le commissioni si facciano da sole ?

 

Usa il pulsante COMMENTA per inviarmi le tue domande e osservazioni, dopo la lettura di questo articolo. Saranno per me inestimabili, come manifestazione di interesse e per sviluppare la mia scrittura. Una mappa dell'universo che ho creato per il gioco di ruolo Dungeons & Dragons è disponibile nei primi capitoli. Possiamo parlare dello sfondo di questo mondo che ho disegnato per l'ambientazione di questa storia.

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